Ramin Bahrami è considerato uno tra i più importanti interpreti bachiani viventi a livello internazionale.
Nato a Teheran nel 1976, arriva in Italia a undici anni: con l’avvento del regime di Khomeyni, il padre, ingegnere dello Scià Reza Pahlevi, è stato incarcerato e la sua famiglia costretta a fuggire in Europa.
Grazie a una borsa di studio, Ramin Bahrami frequenta a Milano il Conservatorio "G. Verdi" e si diploma con Piero Rattalino. Approfondisce gli studi all’Accademia pianistica internazionale di Imola e alla Hochschule für Musik und darstellende Kunst di Stoccarda con Wolfgang Bloser. Si perfeziona con Alexis Weissenberg, Charles Rosen, András Schiff, Robert Levin e in particolare con Rosalyn Tureck.
In seguito all’esecuzione dei Concerti di Johann Sebastian Bach, a Lipsia nel 2009 con la Gewandhausorchester diretta da Riccardo Chailly, la critica tedesca lo considera un poeta della tastiera capace di affrontare Bach su una via personalissima.
Le influenze tedesche, russe, turche e naturalmente persiane che hanno caratterizzato la sua infanzia, gli permettono di accostarsi alla musica di Bach e di interpretarla esaltandone il senso di universalità che la caratterizza.
La sua ricerca è oggi orientata sull'immensa produzione tastieristica di Johann Sebastian Bach, che Ramin Bahrami affronta con il rispetto e la sensibilità cosmopolita di cui è intrisa la sua formazione.
È stato insignito del premio Mozart Box, per l'appassionata e coinvolgente opera di divulgazione della musica bachiana e del Premio “Città di Piacenza - Giuseppe Verdi” dedicato ai grandi protagonisti della scena musicale, già assegnato a Riccardo Muti, Josè Cura, Leo Nucci e Pier Luigi Pizzi.
Ramin Bahrami incide per Decca-Universal. Ai suoi cd, dei bestseller, il «Corriere della Sera» ha dedicato una collana di tredici titoli.
Musical Offering (Decca) è il suo sedicesimo cd.
Per questa incisione, realizzata dopo il concerto tenuto il 15 marzo 2015 nell’Auditorium Parco della Musica (Roma), Ramin Bahrami si è avvalso della collaborazione dei solisti dell’Orchestra dell’Accademia di S. Cecilia: Carlo Parazzoli e Alberto Mina (violini), Gabriele Geminiani e Carlo Onori (violoncelli), Andrea Oliva (flauto).
Per questa incisione, realizzata dopo il concerto tenuto il 15 marzo 2015 nell’Auditorium Parco della Musica (Roma), Ramin Bahrami si è avvalso della collaborazione dei solisti dell’Orchestra dell’Accademia di S. Cecilia: Carlo Parazzoli e Alberto Mina (violini), Gabriele Geminiani e Carlo Onori (violoncelli), Andrea Oliva (flauto).
Attualmente vive a Stoccarda con la moglie, l’organista Maria Luisa Veneziano, che ha sposato nel 2013 e la figlia Shahin Maria: le “due principesse” a cui è dedicato Nonno Bach (Bompiani), un libro per ragazzi e insieme un appassionato pamphlet, in cui il grande musicista si scaglia contro un’umanità che sembra aver abdicato alla bellezza.
Bahrami è autore di altri due libri: Come Bach mi ha salvato la vita (Mondadori, 2012), Il suono dell’Occidente (Mondadori, 2014).