Chi era Gian Pietro Lucini? Poeta e scrittore lombardo, nato a Milano nel 1867, spirito irrequieto, corpo malato, vita breve ma ricca di spunti.
Nel 1914 è morto e caduto nel dimenticatoio o quasi. Quest’anno, il 30 settembre, ricorreva il 150° anniversario della sua nascita.
“Se non ne parla nessuno, lo faremo noi, qui alla Kasa”. L’appuntamento è giovedì 14 dicembre, alle ore 19 alla Kasa Dei Libri di Andrea Kerbaker, dove si parlerà di "Gian Pietro Lucini, poeta quasi dimenticato".
“Ci saranno il professor Fausto Curi, che a Lucini ha appena dedicato degli acuti Graffiti e studi pubblicati da Mimesis, Chiara Di Domenico, una delle anime della casa editrice, e Alessandro Zaccuri, ora in grande spolvero come narratore e saggista, ma da sempre lettore curioso, attento e preparato”.
Un’occasione speciale per scoprire o rispolverare le Revolverate, titolo dato da Filippo Tommaso Marinetti (editore dell’opera) nel 1909 alle Canzoni amare di Gian Pietro Lucini.
Il volume di Fausto Curi si inserisce in un filone di pubblicazioni dell’editore Mimesis, che segna la seconda rinascita del poeta e scrittore milanese.
Attraverso la pubblicazione di documenti rari e inediti, Fausto Curi mostra la formazione dell’opera di Lucini e conferma la sua rivalutazione da parte di critici come
Luciano Anceschi ed Edoardo Sanguineti, che ha curato l’edizione di Revolverate e Nuove Revolverate.
Durante l’incontro "Gian Pietro Lucini, poeta quasi dimenticato" sarà illustrata, in una prospettiva originale, la poetica luciniana dell’“antigrazioso”, esaminata nei suoi aspetti di continuità e di opposizione, in rapporto alla poetica di Giosuè Carducci.
Luciano Anceschi ed Edoardo Sanguineti, che ha curato l’edizione di Revolverate e Nuove Revolverate.
Durante l’incontro "Gian Pietro Lucini, poeta quasi dimenticato" sarà illustrata, in una prospettiva originale, la poetica luciniana dell’“antigrazioso”, esaminata nei suoi aspetti di continuità e di opposizione, in rapporto alla poetica di Giosuè Carducci.
Per la prima volta, sarà analizzato il carattere espressionistico del linguaggio di Lucini che così, nel componimento Autologia si autoritrae:
«Capelli folti e barba intonsa e bruna;
ampia fronte; occhio chiaro e scrutatore;
sopra alle rosse labra si raduna
coll’ironia sarcasmo sprezzatore.
ampia fronte; occhio chiaro e scrutatore;
sopra alle rosse labra si raduna
coll’ironia sarcasmo sprezzatore.
Parlar breve: commetto alla fortuna
del Tempo – e Gloria incalzo – il mio valore;
ed alla solitudine opportuna
corpo deforme e sereno dolore.
del Tempo – e Gloria incalzo – il mio valore;
ed alla solitudine opportuna
corpo deforme e sereno dolore.
Col riso schietto suscito diane
allegre ed in silenzio m’appostillo;
sdegno le pigre bugie cotidiane.
allegre ed in silenzio m’appostillo;
sdegno le pigre bugie cotidiane.
Fiero, iracondo, tenace, cortese:
il Bene e il Male abburatto e distillo;
più che amicizia eleggo odio palese».
il Bene e il Male abburatto e distillo;
più che amicizia eleggo odio palese».
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